Sei su Archivio / 2007 / cinema
Presentazione
“ Water”
di Deepa Mehta
Buonasera , mi chiamo Maria Grazia Riveruzzi ,
sono una delle socie fondatrici della Biblioteca delle Donne di
Soverato e coordino il gruppo-cinema nell’interno della BdS .Non
sono un’esperta di cinema , ma lo amo e l’ho sempre amato da
quando ero piccola , quando mia madre mi portava al cinema ,
perché era l’unico luogo in cui io stavo ferma e tranquilla
.Ricordo di aver visto il film “La
donna più bella del mondo “ per ben sei volte . Da dieci anni
circa posso coltivare questa passione all’interno della Bds ,
programmando attività di cineforum per le scuole e per le socie e
rassegne di cinema di autrici per la città di Soverato e di
Catanzaro : a Soverato la rassegna “Corpi e voci
femminili”, finanziata dal Progetto donna della Regione Calabria
e a Catanzaro la rassegna “Viaggi
nell’anima “ in collaborazione con il comitato provinciale alle
pari opportunità .
Saluto tutti i presenti . In particolare do un
benvenuto tra noi a:
Sig.ra Pina Frangipane , responsabile del comitato
provinciale alle pari opportunità di Cz ;
Sig.ra Margherita Gulisano , presidente nazionale
della FIDAPA ;
ai rappresentanti dell’ass.Amnesty e a tutte le
associazioni presenti ..
Un ringraziamento agli sponsor per il contributo
offerto e alle amiche che hanno collaborato alla realizzazione di
quest’incontro culturale con il pubblico .
Ringrazio il Sindaco dott. R. Mancini e l’assessore
alla cultura dott.ssa Sonia Munizi per il patrocinio e per gli auguri
rivolti alle donne della Biblioteca durante la conferenza
stampa per la celebrazione del decennale della BDS . Gli stessi non
mancano di rivolgere i loro saluti al pubblico che avrebbero
incontrato volentieri se non fossero stati impediti da
sopraggiunti impegni .
Oggi siamo qui per celebrare con voi il
primo decennio di vita della BDS dalla sua fondazione ..
Nata dal desiderio di un gruppo di donne dell’Ass. Kore e dell’Ass.
FIDAPA e istituita e finanziata dal Progetto Donna della Regione
Calabria nel 1996, oggi ( anno 2006 ) è una realtà ineludibile nel
tessuto culturale e sociale del territorio calabrese per la sua
specifica finalità di diffondere e valorizzare i saperi delle donne
e dare visibilità alla soggettività femminile nelle sue poliedriche
forme espressive .
Il titolo con cui abbiamo voluto celebrare il
decennio della BDS “ Le donne raccontano : parole ed
immagini “ha un significato politico e culturale : sintetizza
le peculiari iniziative svolte all’interno e all’esterno della
BDS con l’obbiettivo di rileggere e ripensare il mondo dentro e
fuori di noi in un confronto costante e continuo con la
scrittura femminile e con lo sguardo ..altro delle donne-
registe .
Infatti la celebrazione del decennale è stata
articolata in due momenti : il 22 Febbraio del 2006 la scrittrice
Maria Rosa Cutrufelli ha incontrato le socie e gli
studenti delle scuole medie inf. e superiori in un fecondo
scambio di idee e di riflessioni sulle sue opere . Oggi 28 Marzo,
al Supercinema di Soverato la prof.ssa Rita Monaco del
laboratorio “ Immagine Donna “ di Firenze , esperta di
cinema delle donne .incontra la cittadinanza per presentare il
film “ Water “della regista Mehta Deepa .
Nell’arco dei dieci anni l’amica Rita è stata un
riferimento costante per me e per il gruppo-cinema e una presenza
preziosa per la biblioteca in occasione delle rassegne di
cinema delle donne per le donne .
Oggi è , ancora una volta , nostra gradita
ospite per presentare il film”Water” della regista
Deepa Mehta , realizzato in cooproduzione India –Canada,
premiato al festival di Toronto e candidato all’ Oscar 2007 come
migliore film straniero .
Non posso esimermi dal rendere omaggio alla regista
, la cui abilità e sensibilità di documentarista rivela
un impegno sociale e politico che merita di essere noto ad un più
vasto pubblico e riconosciuto dal mondo cinematografico ancora troppo
misogino e vincolato a ragioni di profitto .
La regista
Deepa Mehta è nata in India e molto
presto si è trasferita in Canada .Laureata in filosofia ,
predilige il cinema come arte per raccontare le sue storie ,
coniugandole ,quasi sempre , con un’ampia e parallela riflessione
storica , culturale e sociale su un intero Paese , l’India .
Nel film”Water “narra la storia di Chuya ,baby- vedova di 8 anni
e delle violenze sulle vedove indiane , vittime del fanatismo
religioso e dei pregiudizi della società .
Succedeva nell’India di 70 anni fa (1938 ) ,
succede nell’India di oggi. Secondo un censimento
del 2001 , nell’immenso subcontinente indiano ci
sono 34 milioni di vedove e di queste almeno 12 milioni vivono nelle
“ Case”( ashram) ,una specie di conventi di clausura ,
lager ,ghetti , come qualsivoglia desidera definirli . A fornire
questi dati è la regista , fatta lei stessa oggetto di rappresaglie
e di ingiurie da parte dei fondamentalisti indù , che non hanno
esitato a dare fuoco al set durante la lavorazione del film ( anno
2000 ) . L’interruzione durò circa 4 anni , finchè tutta la
produzione fu trasferita nello Sri Lanka ,dove terminarono i lavori .
La regista indiana scrive e dirige la storia della
bambina Chuya , personaggio di finzione , e delle altre
protagoniste con la ferma determinazione di assurgerla a simbolo
universale del destino infame di tantissime donne emarginate e
perseguitate non solo in quel Paese .
Secondo l’Amnesty International ,ogni anno
ci sono circa 80 milioni di matrimoni di spose bambine .
In una intervista Deepa Mehta ha confidato che
durante una lettura fu “ illuminata “ da una frase :
“ Tutte le guerre sono combattute sui corpi delle donne
“. Da allora ha voluto concentrarsi su una narrazione tutta al
femminile , raccontando con le immagini ( che hanno un’immediata
presa sull’immaginario collettivo ) , situazioni e problemi
altrimenti ignorati , convinta che la sopraffazione nei
confronti dei più deboli sia presente ovunque .
Difatti , dopo la presentazione del film Water in
tutto il mondo , quando le si chiedeva cosa si può fare per le
vedove indiane , la sua risposta è stata sempre la stessa “
L’India si occupa delle sue vedove indù , voi occupatevi delle
donne che vivono ogni forma di sopruso nel vostro Paese “.
Recensione
Perché abbiamo scelto di presentare il film “
Water” ?
Perché è un film che ci invita a riflettere sulla
violenza esercitata ancora oggi sui soggetti più deboli, sul
loro dolore e sulla loro disperazione , sulla dignità e sulla
speranza delle donne ancor vittime degli integralismi e di ogni tipo
di discriminazione perpetrati in tutte le parti del mondo
Il film “ Water” fa parte di una trilogia
di lungometraggi , realizzati dalla regista Deepa Mehta in
onore
degli elementi naturali (terra ,fuoco ,acqua ) della Terra .
All’acqua è dedicata la sua riuscitissima opera , appunto , “
Water “ .
L’acqua è infatti una presenza
costante sulla scena e nella vita degli indiani/e ; è l’elemento
di purificazione dai peccati e di salvezza . L’acqua rappresenta
l’archè e , come disse Talete , il principio e la fine di tutte le
cose. All’acqua è affidata la vita , all’acqua anche la morte
come liberazione dal travaglio umano .
A rendere esplosivo il film “ Water” è non solo
il riferimento all’irrazionalità di certe tradizioni , ma è anche
la testimonianza dell’orrore a cui può condurre il fanatismo
religioso e ideologico : questo vale non solo per l’induismo .Il
messaggio didascalico del film acquista un afflato universale nel
momento in cui si evince che il cuore della storia è il conflitto
tra la coscienza e la fede , tra la coscienza e la società .
La regista indiana scrive e dirige questa storia con
straordinaria sensibilità e finezza psicologica e al tempo stesso
con duro realismo .Non solo ha ricostruito perfettamente
l’ambientazione delle Case locate in riva al fiume , ma le ha
osservato e riprese , come tutta la narrazione , dall’interno
, attraverso gli occhi della bambina Chuya . In quest’opera
,l’autrice rivela doti di esperta documentarista , attenta a far
conoscere allo spettatore /trice luoghi , riti e costumi dell’India
cui non manca di sovrapporre la storia politica , culturale ,
sociale di quel Paese .( Resistenza al colonialismo inglese e i
primi passi della politica della non violenza di Gandhi e la sua
filosofia in tema di verità e di libertà ) .
Il film scorre lentamente come lento è il fluire
del tempo che incombe infinito sulla vita stessa delle vedove ,
come lento è lo scorrere dell’acqua del fiume cui è
affidata la salvezza e la morte delle stesse donne .
L’immutabilità del destino delle vedove indiane
entra in un palese contrasto con il lento e mutabile scorrere delle
acque del fiume , metafora suggestiva del”panta rei” eracliteo ,
e con i grandi cambiamenti politici e storici della 1° metà del
Novecento .
Un discorso a parte deve essere riservato alla
liricità delle immagini, esaltate dalla fotografia eccelsa di Giles
Nuttgens , un pazzo inglese cui Deepa deve gran parte del
successo .Questi conosce fin troppo bene il gioco equilibrato delle
luci e delle ombre e il fascino potente del buio sì da
presentarci splendidi fotogrammi di chiara ispirazione
caravaggese.Anche la splendida colonna sonora sotto la
direzione del maestro Mychael Danna insieme con la
fotografia concorre ad elevare il film ad elegia di grande libertà,
per dimenticare il contrasto tra l’inferno della vita e il paradiso
della morte .
A cura di Maria Grazia Riveruzzi
Responsabile della sezione –cinema della
Biblioteca delle donne di Soverato
Mercoledì 28 Marzo 2007 – Supercinema di Soverato
|