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Presentazione

Water” di Deepa Mehta

 

 

Buonasera , mi chiamo Maria Grazia Riveruzzi ,  sono una delle socie fondatrici della Biblioteca delle Donne di Soverato e coordino il gruppo-cinema nell’interno della BdS .Non sono un’esperta di cinema , ma lo amo e l’ho sempre amato da quando ero piccola , quando mia madre mi portava al cinema  , perché era l’unico luogo in cui io stavo ferma e tranquilla .Ricordo di aver visto il film       “La donna più bella del mondo “ per ben sei volte . Da dieci anni circa  posso coltivare questa passione all’interno della Bds , programmando attività di cineforum per le scuole e per le socie e rassegne di cinema di autrici per la città di Soverato e di Catanzaro  : a Soverato la rassegna  “Corpi e voci femminili”, finanziata dal Progetto donna della Regione Calabria  e a Catanzaro la rassegna     “Viaggi nell’anima “ in collaborazione con il comitato provinciale alle pari opportunità .

Saluto tutti i presenti . In particolare do un benvenuto tra noi  a:

Sig.ra Pina Frangipane , responsabile del comitato provinciale alle pari opportunità di Cz ;

Sig.ra Margherita Gulisano , presidente nazionale della FIDAPA ;

ai rappresentanti dell’ass.Amnesty e a tutte le associazioni presenti ..

Un ringraziamento agli sponsor per il contributo offerto e alle amiche che hanno collaborato alla realizzazione di quest’incontro culturale con il pubblico .    

Ringrazio il Sindaco dott. R. Mancini e l’assessore alla cultura dott.ssa Sonia Munizi per il patrocinio e per gli auguri rivolti  alle donne della Biblioteca  durante la conferenza stampa per la celebrazione del decennale della BDS . Gli stessi non mancano di rivolgere i loro saluti al pubblico che avrebbero incontrato volentieri  se non fossero stati impediti da  sopraggiunti impegni .

Oggi siamo qui per  celebrare con voi  il primo decennio di vita  della BDS  dalla sua fondazione .. Nata dal desiderio di un gruppo di donne dell’Ass. Kore e dell’Ass. FIDAPA e istituita e finanziata dal Progetto Donna della Regione Calabria nel 1996, oggi ( anno 2006 ) è una realtà ineludibile nel tessuto culturale e sociale del territorio calabrese per la sua specifica finalità di diffondere e valorizzare i saperi delle donne e dare visibilità alla soggettività femminile nelle sue poliedriche forme espressive .

Il titolo con cui abbiamo voluto celebrare il decennio  della BDS “ Le donne raccontano : parole ed immagini “ha un significato politico e culturale : sintetizza le peculiari iniziative svolte all’interno e all’esterno della BDS con l’obbiettivo di rileggere e ripensare il mondo dentro e fuori di noi in  un confronto costante e continuo con la scrittura femminile e con lo sguardo ..altro delle donne- registe  .

Infatti la celebrazione del decennale è stata articolata in due momenti : il 22 Febbraio del 2006 la scrittrice    Maria Rosa Cutrufelli  ha incontrato le socie e gli studenti delle scuole medie inf. e  superiori in un fecondo scambio di idee e di riflessioni sulle sue opere . Oggi 28 Marzo,  al Supercinema di Soverato  la prof.ssa Rita Monaco del laboratorio “ Immagine Donna “ di Firenze  , esperta di cinema delle donne .incontra la cittadinanza  per presentare il film “ Water “della regista Mehta Deepa .  Nell’arco dei dieci anni l’amica Rita  è stata un riferimento costante per me e per il gruppo-cinema e una presenza preziosa per la biblioteca in occasione delle  rassegne di cinema delle donne per le donne .

 Oggi è , ancora una volta , nostra gradita ospite  per presentare il film”Water” della regista Deepa Mehta , realizzato in cooproduzione India –Canada, premiato al festival di Toronto e candidato all’ Oscar 2007 come migliore film straniero .

Non posso esimermi dal rendere omaggio alla regista , la cui abilità  e sensibilità di documentarista  rivela un impegno sociale e politico che merita di essere noto ad un più vasto pubblico e riconosciuto dal mondo cinematografico ancora troppo misogino e vincolato a ragioni di profitto .

La regista



Deepa Mehta è nata in India e molto presto si è trasferita  in Canada .Laureata in filosofia , predilige il cinema come arte per raccontare le sue storie , coniugandole ,quasi sempre , con un’ampia e parallela riflessione storica , culturale e sociale su un intero Paese , l’India .  Nel film”Water “narra la storia di Chuya ,baby- vedova di 8 anni e delle violenze sulle vedove indiane , vittime del fanatismo religioso e dei pregiudizi della società .

Succedeva nell’India di 70 anni fa (1938 ) , succede nell’India di oggi. Secondo un censimento

del 2001 , nell’immenso subcontinente indiano ci sono 34 milioni di vedove e di queste almeno 12 milioni vivono nelle “ Case”( ashram) ,una specie di conventi di clausura  , lager ,ghetti , come qualsivoglia desidera definirli . A fornire questi dati è la regista , fatta lei stessa oggetto di rappresaglie e di ingiurie da parte dei fondamentalisti indù , che non hanno esitato a dare fuoco al set durante la lavorazione del film ( anno 2000 ) . L’interruzione durò circa  4 anni , finchè tutta la produzione fu trasferita nello Sri Lanka ,dove terminarono i lavori .

La regista indiana scrive e dirige la storia della bambina Chuya  , personaggio di finzione , e delle altre protagoniste con la ferma determinazione di assurgerla a simbolo universale del destino infame di tantissime donne emarginate e perseguitate  non solo in quel Paese .

 Secondo l’Amnesty International ,ogni anno ci sono circa 80 milioni di matrimoni di spose bambine .

In una intervista Deepa Mehta ha confidato che durante una lettura fu “ illuminata “ da una frase :       “ Tutte le guerre sono combattute sui corpi delle donne “. Da allora ha voluto concentrarsi su una narrazione tutta al femminile , raccontando con le immagini ( che hanno un’immediata presa sull’immaginario collettivo ) , situazioni e problemi altrimenti ignorati ,  convinta che la sopraffazione nei confronti dei più deboli sia presente ovunque .

Difatti , dopo la presentazione del film Water in tutto il mondo , quando le si chiedeva cosa si può fare per le vedove indiane , la sua risposta è stata sempre la stessa “ L’India si occupa delle sue vedove indù , voi occupatevi delle donne che vivono ogni forma di sopruso nel vostro Paese “.

 

Recensione

Perché abbiamo scelto di presentare il film “ Water” ?

Perché è un film che ci invita a riflettere sulla violenza esercitata ancora oggi sui soggetti più deboli,  sul loro dolore e sulla  loro disperazione , sulla dignità e sulla speranza delle donne ancor vittime degli integralismi e di ogni tipo di discriminazione perpetrati in tutte le parti del mondo

 Il film “ Water” fa parte di una trilogia di lungometraggi , realizzati dalla regista Deepa Mehta in



onore degli elementi naturali (terra ,fuoco ,acqua ) della Terra . All’acqua è dedicata la sua riuscitissima opera , appunto , “ Water “ .

 L’acqua è infatti  una presenza costante sulla scena e nella vita degli indiani/e ; è l’elemento  di purificazione dai peccati e di salvezza . L’acqua rappresenta l’archè e , come disse Talete , il principio e la fine di tutte le cose. All’acqua è affidata la vita , all’acqua anche la morte come liberazione dal travaglio umano .

A rendere esplosivo il film “ Water” è non solo il riferimento all’irrazionalità di certe tradizioni , ma è anche la testimonianza dell’orrore a cui può condurre il fanatismo religioso e ideologico : questo vale non solo per l’induismo .Il messaggio didascalico del film acquista un afflato universale nel momento in cui si evince che il cuore della storia è il conflitto tra la coscienza e la fede , tra la coscienza e la società .

La regista indiana scrive e dirige questa storia con straordinaria sensibilità e finezza psicologica e al tempo stesso con duro realismo .Non solo ha ricostruito perfettamente l’ambientazione delle Case locate in riva al fiume , ma le ha osservato  e riprese , come tutta la narrazione , dall’interno , attraverso gli occhi della bambina Chuya . In quest’opera ,l’autrice rivela doti di esperta documentarista , attenta a far conoscere allo spettatore /trice luoghi , riti e costumi dell’India  cui non manca di sovrapporre la storia politica , culturale , sociale di quel Paese .(  Resistenza al colonialismo inglese e i primi passi della politica della non violenza di Gandhi e la sua filosofia in tema di verità e di libertà ) .

Il film scorre lentamente come lento è il fluire del tempo che incombe infinito sulla vita stessa delle vedove , come   lento è lo scorrere dell’acqua del fiume cui è affidata la salvezza e la morte delle stesse donne .

L’immutabilità del destino delle vedove indiane entra in un palese contrasto con il lento e mutabile scorrere delle acque del fiume , metafora suggestiva del”panta rei” eracliteo , e con i grandi cambiamenti politici e storici della 1° metà del Novecento .

Un discorso a parte deve essere riservato alla liricità delle immagini, esaltate dalla fotografia eccelsa di Giles Nuttgens , un pazzo inglese cui Deepa deve gran parte del successo .Questi conosce fin troppo bene il gioco equilibrato delle luci  e delle ombre e il fascino potente del buio sì da presentarci splendidi fotogrammi di chiara ispirazione caravaggese.Anche la splendida colonna sonora  sotto la direzione del maestro Mychael Danna  insieme con la fotografia concorre ad elevare il film ad elegia di grande libertà, per dimenticare il contrasto tra l’inferno della vita e il paradiso della morte .

 

A cura di Maria Grazia Riveruzzi

Responsabile della sezione –cinema della Biblioteca delle donne di Soverato

 

Mercoledì 28 Marzo 2007 – Supercinema di Soverato

 
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